C’è un luogo al mondo in cui “Manca il cibo, le madri impotenti ascoltano i figli, che hanno gambine sottili come uno spago, implorare con un lamento infinito, acuto della pietra sfregata contro la pietra. Non si trovano medicine, gli ospedali e le scuole, affollate di pazienti e di bambini, sono sottoposti a bombardamenti feroci che li trasformano in ciottoli di cemento.” (De Quirico, La Stampa)
Di questo luogo, lo Yemen, e delle stragi che vi si consumano, si parla e si scrive poco, con qualche eccezione.
Ad esempio, la pubblicazione delle drammatiche foto relative al bombardamento saudita contro un funerale houthi a Sana’s : 140 morti e 500 feriti. (La Stampa, 10 – X- 2016)
Oppure la notizia dell’attacco a Riad, la capitale dell’Arabia Saudita, da parte dei ribelli houthi, sciiti, sostenuti dall’Iran, che conoscono benissimo il territorio, hanno il sostegno di parte dell’esercito e controllano centinaia di missili balistici e parte dei depositi di armi e munizioni. (La Stampa, 7- II- 2017)
Mentre l’Arabia Saudita e i suoi alleati sono riforniti dai paesi occidentali : l’Human Rights Watch ha affermato che gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e altri paesi dovrebbero sospendere la vendita di armi all’Arabia Saudita, almeno fino a quando quest’ultima non smetterà i suoi attacchi aerei illegali contro gli Houthi. (Blasting News, 26-XII- 2016)
Inoltre, stando alle denunce di Amnesty International, sono gli Usa, insieme al Brasile, a fornire ai Sauditi diversi tipi di bombe a grappolo, vietate a livello internazionale. (Amnesty, aprile 2016)

Armi italiane allo Yemen
Ma il discorso sulle armi riguarda anche l’Italia.
L’OPAL, Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia, ha documentato una serie di spedizioni di bombe aeree della RWM Italia, azienda tedesca del gruppo Rheinmetall, con sede legale a Ghedi (Brescia) e lo stabilimento a Damunovas ( Carbonia- Iglesias, in Sardegna).
Spedizioni fatte con aerei cargo della compagnia aera Silk Way, partiti dall’aereoporto di Cagliari Elmas e atterrati alla base della Royal Saudi Air Force di Taif, non lontano da La Mecca. Oppure via traghetto, da Olbia a Pisa o dal porto di Cagliari. (Amnesty)
Questo avviene anche se la legge n. 185 del 1990 vieta espressamente non solo l’esportazione, ma anche il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento “verso i paesi in stato di conflitto armato” e “verso i paesi la cui politica contrasti con l’art.11 della Costituzione”. ( Amnesty)
Il 15 ottobre 2016 la procura di Brescia ha aperto un’indagine sulla multinazionale tedesca, mentre l’osservatorio sulle armi Opal di Brescia ha dichiarato, tramite il suo portavoce Giorgio Beretta, che in Yemen si sono trovate varie bombe inesplose MK84 e Blu 109 di chiara produzione italiana e rileva che il nostro ministero degli esteri non ha mai smentito le informazioni riguardo le bombe italiane usate dalle forze saudite. (Blasting News, 15-X-2016)
Origine del conflitto
Le cause del conflitto risalgono al 2014 quando, su richiesta del Fondo Monetario Internazionale, il governo yemenita smette di elargire sussidi per il carburante.
Così i prezzi salgono alle stelle, l’inflazione aumenta a dismisura e scoppia una protesta guidata dagli Houthi.
La rivolta degenera: nel febbraio 2015 gli Houthi cacciano il presidente Abd Rabbuh Mansour Hadi da Sana’se prendono il controllo di circa metà del paese.( La Stampa, 10 -10- 2016)
Nel marzo del 2015 l’Arabia Saudita costituisce una coalizione di cui fanno parte anche Emirati Arabi Uniti, Baharain, Kuwait, Quatar ed Egitto (che non si è mai impegnato sul terreno) e interviene militarmente nel paese, giustificando l’azione con la richiesta espressa da parte del presidente Hadi, ma senza alcuna legittimazione legale.
Cominciano i bombardamenti aerei, che coinvolgono zone abitate da civili, mercati, strutture educative e sanitarie. Queste azioni sono state denunciate dall’Alto commissario Onu per i diritti umani e dallo stesso Ban Ki Moon (Amnesty).

“Non resta altro da fare che allearsi, con il cuore e con la mente, agli innocenti, i vari sconosciuti che pagano per quel conflitto con tutto ciò che di amato hanno da perdere”( D. Quirico su La Stampa)
Chiudo con alcuni dati, che non hanno bisogno di commenti
Si calcola che, su 26.000.000 di abitanti dello Yemen, almeno la metà non abbiano accesso al cibo.
I bambini malnutriti sono 1.500.000 ; 370.000 i piccoli che, a causa della malnutrizione, hanno subito danni irreparabili.
Dall’agosto 2014, il conflitto ha ucciso 7.500 persone, vittime dei combattimenti di terra o dei bombardamenti aerei.
I feriti sono 40.000, gli sfollati 2.400.000 .
Inoltre , l’Alto commissariato ONU per i diritti umani ha recentemente denunciato che sono oltre 1.500 i casi di minori reclutati a forza o con l’inganno (promesse di ricompense finanziarie o di status sociale ), sia dagli Houthi che dall’esercito governativo.
( La Stampa, 28-II-2017 e Internazionale)
Fonti:
- A. Lyon: “ Nello Yemen c’è una guerra dimenticata”, Internazionale, 10 marzo 2016
- D. Quirico: “ Sotto assedio e senza cibo”. Il dramma di 370mila bimbi, La Stampa, 25- IX- 2016
- G.Beretta: “ Yemen : le bombe italiane e le violazioni dei diritti umani”, Amnesty, trimestrale sui diritti umani, aprile 2016
- E. Maestrini:“L’Arabia Saudita lancia bombe italiane nello Yemen “, Blasting News, 15 -X- 2016
- R.Alberico, “ La guerra nello Yemen sotto silenzio” , Blasting News, 26- XII- 2016
- G. Stabile , “I sauditi nel pantano dello Yemen”, La Stampa, 10 – X – 2016
- “Attacco al cuore dell’Arabia”, La Stampa,7- II- 2017
- “Yemen. La guerra dei bambini –soldato “, La Stampa, 28- II- 2017
Il prossimo articolo : Base di Sigonella, 11ottobre 1985: Carabinieri e V.A.M. italiani contro forze armate USA