Castigat Ridendo Mores

tutti al mare - michele serraPrima di sospendere il mio sito in coincidenza con l’estate, vorrei fornire un ultimo suggerimento a chi vuole leggere divertendosi: “Tutti al mare” di Michele Serra ( non so se il libro, un piccolo capolavoro di ironia e umorismo, sia ancora disponibile, ma ci sono sempre le biblioteche e gli amici che a suo tempo l’hanno acquistato).

Il libro raccoglie gli articoli che Michele Serra scrisse per l’ “Unità” durante il mese di agosto 1985, ogni giorno. Non un’inchiesta, ma “impressioni, riflessioni e piccole avventure” di un italiano che viaggia lungo le nostre coste, da Ventimiglia a Trieste, su una Panda 4 per 4 (il viaggio era interamente sponsorizzato dalla Fiat). Luoghi, persone, discorsi sono filtrati dalla sensibilità del giornalista, che non ha altro filo conduttore che il dovere-piacere di scrivere. Per il lettore il sorriso e il divertimento sono assicurati, ma può anche essere interessante confrontare paesaggi e situazioni di allora con quelle di oggi e trarne le proprie riflessioni, positive o sconsolate.

Qui si accennerà solo a quattro località, a partire da Ventimiglia, dove il viaggio di Serra comincia confrontandosi con la più classica delle espressioni italiane: “Non è di mia competenza”, parole pronunciate all’ingresso delle Grotte dei Balzi Rossi da un addetto del Ministero dei Beni Culturali, che, giusto per simpatia e buona volontà, riveste anche i panni della guida, poi prosegue attraverso spiagge divorate dal cemento e qualche luogo sorprendentemente incontaminato (dal cemento, non dalla vociante presenza umana).

Scendendo sulle coste del Tirreno, segnalo in particolare l’attraversamento del Golfo di Napoli, 50 chilometri da Pozzuoli a Sorrento, “lunghi come una scommessa”. Per uscire da Napoli, dove i meravigliosi palazzi sei e settecenteschi si rispecchiano su di un traffico furibondo, il giornalista imbocca un breve tratto di autostrada: al casello, un ragazzino vende Marlboro di contrabbando ad un prezzo superiore a quello delle tabaccherie, perché: “E il servizio, signurì, chi me lo paga?”. In compenso, all’uscita di Ercolano, quando Serra si ferma per consegnare il biglietto, ripetuti colpi di clacson gli fanno capire che lì non usa. E il casellante, seccato, gli fa segno di passare “che intralcio il traffico”.

Finché, ripresa la strada statale, la Panda sale verso la costiera amalfitana, da cui si gode uno straordinario colpo d’occhio sul golfo, chiuso a nord da Ischia e dal promontorio di Pozzuoli.

costa amalfitana

Superata Maratea e il tratto tirrenico della Lucania, miracolosamente risparmiato dal cemento, il viaggiatore arriva sul basso Adriatico, e precisamente a Vieste: Cala Pergola è una spiaggetta incantevole, a solo un chilometro da Pugnochiuso. Da questo angolo di paradiso Serra deve fuggire a causa dell’inquinamento acustico causato da duecento persone che urlano tutte insieme “in una caletta stretta tra due pareti rocciose, echeggianti e rimbombanti”. Si distinguono in particolare una coppia di fidanzati romani, che si parlano mentre lei è in acqua e lui su di una roccia a parecchi chilometri di distanza (“a cercar er frigobar”), un gruppo di vocianti amici liguri, che fanno la lotta in acqua tra reciproci propositi di annegamento, un padre milanese che, dopo aver sollecitato il figlio riluttante a tuffarsi, si lancia dalla scogliera con il bambino per mano, sfiorando i suddetti giovani , con cui si avvia una contesa. E Serra abbandona il campo.

cala pergola

Superato il Conero e Gabicce, ecco la riviera romagnola. I maligni dicono che la principale preoccupazione dei romagnoli sia quella di far sì che i turisti non si accorgano di quanto sia brutto il mare. Se è così, annota Serra, i piccoli imprenditori locali, coadiuvati da associazionismo e istituzioni, ci sono perfettamente riusciti: “i chilometri cubici di costruzione danno un’idea, discutibile ma lucida, di ‘progetto’, di studio, di sforzo coordinato: cento chilometri di luna park, almeno è qualcosa, è una cosa”, diversa dalle lottizzazioni selvagge e dall’arbitrio di ognuno che rovina il bene di tutti.

riviera romagnola

Infine Trieste, il “nitore ventoso” della città, il fascino dei palazzi asburgici, la quiete di Muggia. E’ tempo di bilanci, di leggere – ne vale la pena – i ricordi più belli, ma anche i dettagli meno gradevoli del viaggio.

Buone Vacanze!

tutti al mare - michele serraMichele Serra “Tutti al mare”,
Feltrinelli ec. 2003,
VII edizione

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Una risposta to “Castigat Ridendo Mores”

  1. Barbara Morandi

    Grazie Maria Livia,sei riuscita ancora una volta a catturare la mia attenzione e…a invogliarmi a leggere…buone vacanze..Barbara

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