Dall’ Anschluss (1938) agli accordi De Gasperi-Gruber (1946)
Nota dell’autrice: sorry, ma prima di entrare “ in medias res” una breve sintesi storica è necessaria
1919 : Il Trentino e l’Alto Adige diventano italiani
Saint Germain en Laye, 10 settembre 1919: Austria e Italia firmano il trattato di pace che chiude più di tre anni di guerra: l’Italia ottiene, al confine settentrionale, il Trentino e l’Alto Adige (Sudtirol) fino al Brennero, secondo quanto era previsto dal Trattato di Londra del 26 aprile 1915. (Trattato che venne sottoscritto senza che il Parlamento italiano ne fosse informato.)
Le tensioni però sorsero molto presto , in particolare in Alto Adige, abitato da popolazioni di lingua tedesca, che il fascismo, una volta al governo (1922), cercò di “snazionalizzare”, vietando l’uso pubblico della lingua madre e il suo insegnamento. Contemporaneamente, si “italianizzarono” i cognomi, allo scopo di cancellare l’identità etnica e culturale tedesca.
L’impero Austro-Ungarico nel 1914 e il Trentino Alto Adige dopo il 1919
II guerra mondiale
Nel marzo del 1938, Hitler attuò l’unione con l’Austria _ Anschluss_( dal nome del ponte che collegava Austria e Germania) attraverso un intervento armato, appoggiato dalle forze filo-naziste austriache.
Un anno dopo, Hitler e Mussolini si accordarono per un plebiscito, che dava agli abitanti dell’ Alto Adige la possibilità di scegliere definitivamente fra la residenza in Italia e il trasferimento nei territori del terzo Reich.
Su 266.985 votanti, 185.185, il 70%, scelsero la seconda proposta. La guerra però ostacolò il trasferimento, tanto che nel 1943 solo 70.000 abitanti di lingua tedesca l’aveva effettuato.
Inoltre, dopo l’8 settembre molti altri rinunciarono ad abbandonare i luoghi d’origine in Alto Adige, ormai incorporato nel III Reich.
Dopo la conclusione della guerra, la conferenza dei ventuno, che si tenne a Parigi dal luglio all’ottobre 1946, definì i Trattati, firmati il 10 febbraio 1947, con i paesi ex alleati della Germania: Italia, Romania, Finlandia, Ungheria e Bulgaria.
Fu adottato il principio del ritorno alla situazione del primo dopoguerra, con una serie di modifiche, che dipendevano anche dalle contrapposizioni ideologiche in corso.
Durante la Conferenza, il governo di Vienna insistette per un referendum, allo scopo di decidere l’annessione dell’Alto Adige all ‘Austria, che sosteneva la richiesta sulla base di un fattore etnico.
Ma l’Austria, da poco ricostituita e reduce dall’adesione al nazismo, era in realtà troppo debole per mettere in discussione il confine del Brennero.
L’Italia, ribadendo la sovranità sia sul Trentino che sull’Alto Adige, si basava su motivi storico-geografici – economici e risultava avvantaggiata dal fatto che i ministri degli esteri dei quattro “grandi” ( USA, URSS, Francia e Gran Bretagna ) appoggiavano la posizione dei rappresentanti del nostro paese.
La discussione sulla questione sembrò risolta il 5 settembre 1946: De Gasperi (presidente del Consiglio italiano e ministro degli esteri) e Gruber (ministro degli esteri austriaco) firmarono l’omonimo accordo, che, annesso al trattato di pace del 10 febbraio 1947, sarà alla base di tutte le intese successive.

L’accordo garantiva agli abitanti di Bolzano ed a quelli bilingui di Trento la completa uguaglianza linguistica, permettendo:
- l’insegnamento primario e secondario nella lingua materna
- la parità fra la lingua italiana e quella tedesca negli uffici e nei documenti ufficiali, nella denominazione delle vie
- il diritto di ristabilire i nomi tedeschi italianizzati;
- l’uguaglianza di diritti in ciò che riguardava l’ ammissione nelle pubblica amministrazione.
Era inoltre concesso l’esercizio di un potere legislativo ed esecutivo regionale autonomo.
Su queste ed altre questioni, Roma si impegnava a consultare il governo austriaco entro un anno.
“Era una buona intesa fra cattolici che parlavano la stessa lingua e volevano mettere una pietra sul passato.”
Sergio Romano “Cinque regioni oggi speciali, domani chissà“, Corriere della Sera, 13 maggio 2009
Le trattative furono facilitate dal fatto che Alcide De Gasperi era un trentino, parlava perfettamente il tedesco e aveva rappresentato la sua regione, fino al crollo dell’Impero Asburgico, nella Dieta di Innsbruck ed al Parlamento di Vienna.
Ma nel corso degli anni, emersero una serie di problemi, che vedremo.
Fonti:
- Manuali aggiornati di Storia Contemporanea: A. Camera F.Traniello, R. Villari.
- S.Romano “Cinque regioni oggi speciali, domani chissà” in “Corriere della Sera”, 13 maggio 2009
Interessante e chiara la sintesi storica;uno stimolo ad approfondire. Grazie ,Barbara