A Nola, dopo l’8 settembre, le truppe d’occupazione tedesche intimano ai militari italiani di consegnare le armi. Gli italiani, chiusi nella caserma “Principe Amedeo”, rifiutano : nello scontro a fuoco, un tedesco rimane ucciso.
L’11 settembre le truppe d’occupazione, protette da carri armati, irrompono nella caserma, esigono la consegna di 10 ufficiali italiani e li condannano al plotone d’esecuzione.
Gli ufficiali sono fucilati nella piazza d’armi adiacente alla caserma ed alla loro esecuzione, in un silenzio spettrale, devono assistere i soldati, fatti inginocchiare in segno di sottomissione.
Il vescovo di Nola riesce ad ottenere la restituzione dei corpi delle vittime, che vengono sepolte nelle tombe di famiglia di cittadini del posto, poi sui morti cala il silenzio.
Il silenzio dura fino al 1997, quando uno di quei soldati, Ugo Tebaldini, scrive a Montanelli, che parla dell’eccidio sul “Corriere”.
Quindici anni dopo, l’11 settembre 2012, nel salone del museo archeologico di Nola, Alberto Liguoro presenta il libro: Nola, cronaca dell’eccidio, che unisce rigore nella ricostruzione e sentimento. Alberto Liguoro è infatti figlio di uno degli ufficiali trucidati, nato sei mesi dopo l’esecuzione del padre. ( Il cognome è diverso perché la madre di Alberto morì un mese dopo il parto e il bambino venne adottato dall’avvocato Ottorino Liguoro e da sua moglie).
Un libro per recuperare la memoria, individuale e collettiva.
I tedeschi (non) sono tutti uguali
Il Parlamento di Berlino, quando ha varato nel 2002 la legge a favore dei disertori ( 20.000 soldati furono condannati all’ergastolo per essere fuggiti dai fronti di guerra), ha scritto : “ (…) l’agire di un soldato non è separabile dagli obiettivi politici e morali dei suoi superiori ”; partendo da questo assunto, ci si domanda: ci fu un’opposizione fra i gradi superiori?
Una risposta la fornisce Joachim Fest : in Obiettivo Hitler, lo storico documenta che le prime crisi di coscienza nelle forze armate avvennero nel 1941, quando ancora il Reich vinceva su tutti i fronti, ricostruisce il fallito attentato di Von Stauffenberg del 20 luglio 1944 e critica la sordità degli inglesi di fronte ai segnali di dissenso che provenivano dal territorio del Reich ( “I tedeschi sono tutti uguali” si pensava a Londra ).
Fest prende in considerazione anche la società civile: il movimento della Rosa Bianca nato all’Università di Monaco, l’opposizione del Circolo di Kreisau, e la cospirazione all’interno del Ministero degli Esteri.
Il movimento della “Rosa Bianca” è noto, grazie anche al bel film omonimo di Marc Rothemund; quasi sconosciuto è invece il Circolo di Kreisau, che prendeva il nome dalla località della Slesia in cui il conte Helmuth James von Molke, fondatore del circolo, aveva la residenza. I progetti elaborati dai membri del gruppo, di ispirazione cristiano-sociale, prevedevano una futura confederazione europea, dotata di moneta unica e libertà di scambio, con un’unica politica fiscale.
Helmuth von Molke venne fatto uccidere da Hitler nel 1944, ma alcune sue idee trovarono realizzazione nel dopoguerra, con l’istituzione del Mercato comune europeo, all’origine della UE.
Sull’argomento c’è il documentario Rai Storia, come sempre ben costruito: La croce e la svastica (2012):
Interessante. Personalmente ho valutazioni sulla vicenda ed anche valutazioni di uno dei protagonisti. Infatti il capitano (non tenente come erroneamente scritto in una nota che mi è accaduto di leggere) Luigi Sidoli-ucciso a Nola e decorato con medaglia al valore mitare-era il mio nonno. Ed anche se non l’ho mai conosciuto, è stato materia di ragionamenti e confronto tra me ed il mio babbo Edoardo. Cordiali saluti. Stefania Sidoli
Sono di nola. Ricordo ogni anno a piazza d’armi di fronte alla caserma 11 ceri accesi in memoria a.questi valorosi ufficiali che anno dato la loro vita in onore della patria italiana. Un’iniziativa mia personale a cui mi sta a cuore la memoria di questi grandi ufficiali. Anche se non o avuto mai un ringraziamento da nessuno. Meglio così!! Onore alla memoria di essi. E viva L’ITALIA.