L’eroe del 2000

Gli eroi dell’età contemporanea

l'eroe del 2000Nell’articolo “Ecco gli eroi dell’Italia migliore” ( La Stampa, 30 dicembre 2017), il giornalista Andrea Scurati presenta gli eroi moderni, quei “cittadini ordinari che in circostanze straordinarie hanno fatto le cose giuste”. Ad esempio, un soldato, una mamma,un vigile del fuoco, un nigeriano…

In alcuni articoli di “Belpaeselibri” ho proposto la figura di uomini che sono stati definiti “eroi”, perciò mi sembra opportuno proporre i passi fondamentali dell’articolo di Scurati.

“L’eroe è diventato una cosa trascinata dietro un carro nella polvere” ( S.Weil, citata da Scurati)

Questa immagine rende molto bene la mentalità che si è diffusa dopo la seconda guerra mondiale.

Si è arrivati ad “un rigetto totale dell’eroe guerriero, ritenuto, con buone ragioni, il fondamento delle ideologie nazionaliste e fasciste che hanno trascinato la nostra civiltà nell’abisso di due conflitti mondiali nell’arco della vita di una sola generazione.

Mentre l’eroismo tradizionale, compreso quello partigiano, ha monopolizzato il campo cinematografico, la storia del Novecento è stata letta dalla parte della vittima, che risulta privilegiata “per la straordinaria quota di passività, di sofferenza, di patimento che è costretta a subire.”

Scurati però esprime un’obiezione :”(….) dobbiamo anche riconoscere che quel coraggioso congedo da una tradizione millenaria ha portato con sé una piega malinconica, rinunciataria(…)

“All’ombra di quella speranza ( di un futuro senza guerre e senza eroi, ndr ) è proliferato (….) il disimpegno politico, la progressiva rinuncia a ogni forma di agency democratica, di solidarietà popolare, il declino dell’uomo pubblico e delle sue virtù civiche (….) l’alibi cinico che ci sussurra malignamente di badare ai fatti nostri che tanto sono tutti uguali, rubano tutti alla stessa maniera”.

Troppe le conseguenze negative ? Ho riflettuto sull’articolo e lo propongo ai lettori: è un’occasione in più di riflessione, all’inizio del 2018.

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