La prima strage nella storia d’Italia: Torino 21 e 22 settembre 1866

Torino 1866: la prima strage italianaTorino, 21 e 22 Settembre 1866: 67 morti e più di 133 feriti. Questo il bilancio della prima strage della storia d’Italia.

E poi reticenze, insabbiamenti, depistaggi…tutti i comportamenti che anche noi abbiamo imparato a conoscere.

Ma quale fu la causa della strage, che i libri di testo esauriscono in poche righe?

Il trasferimento della capitale del Regno da Torino a Firenze.

E qui ci addentriamo nel discorso politico, delle promesse e delle aspettative.

L’alleanza con Napoleone III era stata fondamentale per la costruzione del Regno d’Italia,ma l’imperatore francese intendeva difendere lo stato della Chiesa e voleva certezze, non promesse.

Per questo, il 15 settembre 1864, firmò con il governo Minghetti la Convenzione di Settembre: la Francia si impegnava a ritirare le sue truppe dallo Stato della Chiesa, mentre il Regno d’Italia a avrebbe garantito l’integrità del territorio pontificio.

L’accordo prevedeva anche un’intesa segreta, in base alla quale Firenze, non Roma, avrebbe dovuto essere la capitale del Regno.

Firmando la Convenzione di settembre, ognuno faceva i propri calcoli politici: Napoleone III interpretava le clausole del trattato come una rinuncia dell’Italia a Roma, mentre Minghetti pensava che prima o poi si sarebbe presentata l’occasione per attaccarla.

L’accordo segreto diventa pubblico. La strage

L’accordo, che doveva rimanere segreto, fu ben presto rivelato da qualche fonte anonima, su cui si fecero varie supposizioni (anche questo non è per noi una novità). La notizia si diffuse attraverso il passa-parola e Il 21 settembre, davanti al municipio di Torino, si radunò una folla composta non da aristocratici, ma da lavoratori di varia provenienza, al grido di: “O Roma o Torino!” .

In piazza San Carlo, un centinaio di giovani definiti “scalmanati” dalla stampa filogovernativa, protestò davanti alla “Gazzetta di Torino” e ne bruciò alcune copie.

La polizia, a sciabole sguainate, “assaltò” – termine usato dai documenti ufficiali – i manifestanti, definiti in buona parte “monelli” dall’inchiesta del municipio, e ne arrestò molti, trascinandoli via e pestandoli a sangue.

Nonostante la violenza delle forze dell’ordine, in serata altra folla scese nelle vie e nelle piazze di Torino. Chiedeva il rilascio degli arrestati, al grido di: “Viva Garibaldi!” e “Morte a Napoleone III!”.

piazza castello Torino

In Piazza Castello, davanti al ministero degli interni, si verificò l’episodio più sanguinoso: gli squadroni di allievi carabinieri, giovani ed inesperti, aprirono il fuoco senza preavviso anche contro chi fuggiva, causando 12 morti e decine di feriti.

Minghetti e Peruzzi, il ministro degli interni, ritennero che si fosse ad un passo dalla guerra civile e non seppero, o non vollero, cercare un contatto politico con i dimostranti, a meno che non si consideri tale la diffusione di volantini in cui accusavano i manifestanti di aver causato la rivoluzione. Inoltre si i decise di far chiudere i giornali, mentre a Torino affluivano 20.000 soldati.

La soluzione finale: un atto di forza

piazza san carlo, Torino

Il 22 settembre, dopo il lavoro, la folla si ritrovò in Piazza San Carlo per una manifestazione pacifica. All’improvviso, gli allievi dei carabinieri uscirono dalla Questura e aprirono indiscriminatamente il fuoco,inseguendo le persone che fuggivano sotto i portici. L’accanimento contro i civili disarmati fu tale che molti si salvarono correndo verso i soldati, i quali li lasciarono passare.

Bilancio della repressione: 55 morti, 133 feriti, per la maggior parte sotto i trent’anni.

Il 28 settembre il re costrinse alle dimissioni il governo Minghetti, il cui ultimo atto fu quello di diramare un comunicato in cui dichiarava che i soldati erano stati costretti a difendersi “dalla plebaglia armata”. (“La civiltà contemporanea” di Candeloro – Lo Curto) .

Nessun responsabile

Lo storico Valerio Monti rileva che la commissione parlamentare d’inchiesta esaminò e raccontò i fatti, ma “senza identificare responsabili negli alti vertici” ( V.Monti “La strage impunita”, Torino 1964); la magistratura militare mandò sotto processo 58 carabinieri, che però furono tutti assolti.

E nel febbraio 1875 la capitale diventò Firenze.

Roma fu proclamata capitale dopo la sconfitta francese nella guerra contro la Prussia, nel settembre 1870.

Propongo un paio di testimonianze, sempre tratte dall’articolo del “ La Stampa”

Una testimonianza: “Vedemmo uscire dalla Questura una colonna di guardie di pubblica sicurezza, guidate da un ufficiale, che non potevano essere meno di sessanta. La colonna marciò senza profferir parola e senza che le persone contro le quali venivano si allontanassero; e nell’atto che l’ufficiale dette di piglio alla bandiera per strapparla di mano a chi la teneva,(….) tutte le guardie ad un tratto, sfoderata la daga, si misero a sciabolare a destra e sinistra quel gruppo di persone che stavano sulla piazza.” Testimonianza di Mattia Montecchi riportata su “La Stampa” del 21 settembre 2014.

Una seconda testimonianza di chi si trovava in piazza San Carlo: “(…) fu il mio sangue freddo di essermi colà riparato (dietro il cavallo di piazza San Carlo, ndr); ed infatti appena giuntovi la truppa fece varie scariche (…). Dichiaro che tali scariche micidiali non furono preavvertite da alcuna preventiva intimidazione.” La Stampa, ibidem

Bibliografia

  • Manuali di Storia: Candeloro-lo Curto,Camera, Feltri, Perugi-Bellucci.
  • La Stampa, 21 settembre 2014 “Torino, 150 anni fa la prima strage dell’Italia unita” di A.Barbero
  • Barbero presenta, nel suddetto articolo, il libro di Valerio Monti “Torino 1864. La strage impunita”, Ed . Fondazione Savej.
Se ti è sembrato interessante, condividilo!

2 risposte to “La prima strage nella storia d’Italia: Torino 21 e 22 settembre 1866”

  1. Max Varisco

    Buongiorno. Ho letto il suo post, e le chiedo il permesso di stamparlo per un uso personale.
    Se rifiuta, la capisco, ma questo post è da manuale di scuole superiori, o dovrebbe esserlo!
    In attesa di sua risposta, complimenti e grazie!
    max

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