La guerra in Alto Adige: anni 60

foto: la guerriglia in Trentino negli anni sessantaRiprendendo la parte finale dell’articolo precedente: come mai questa “buona intesa”, se tale era, non resistette nel corso degli anni ?

Il Trattato De Gasperi – Gruber era stato accolto dall’Assemblea Costituente, la regione Alto Adige godeva di uno statuto speciale, che garantiva una larga autonomia amministrativa alla provincia di Bolzano.

Tuttavia, molti sudtirolesi furono scontenti.

Perché?

Il punto di vista dei Sudtirolesi

Senza dubbio, il diritto all’autonomia rimase per molto tempo sulla carta, visto che la classe politica ed amministrativa italiana aveva acquisito una mentalità centralizzatrice e autoritaria.

L’Austria cominciò a protestare per la lentezza con cui Roma stava realizzando gli accordi: nel 1956 il governo austriaco inviò all’Italia un memorandum, contenente lamentele circa i modi d’applicazione dell’accordo De Gasperi – Gruber, e presentò anche un ricorso all’ONU.

I Sudtirolesi erano contrari al fatto che Roma avesse unito Trentino e Alto Adige, per diminuire il peso della componente di lingua tedesca tedesca. E non mancavano coloro che si rifacevano sia al referendum che all’annessione all’Austria, avvenuta durante la guerra, per affermare il diritto a diventare austriaci.

(Sergio Romano, “Italiani e tedeschi in Alto Adige: separati o insieme?” Corriere della Sera, 11 giugno 2005 e “Cinque regioni oggi speciali, domani chissà”, ibidem, 16 maggio 2009)

Può essere interessante vedere i dati del censimento 1961:

Censimento 1961; su 373.000 altoatesini, 232.717 erano di lingua tedesca , 128.271 di lingua italiana ; 12.000 ladini.

Le forze politiche locali di opposizione

Sudtiroler Volkspartei (Partito popolare del Sud Tirol), di ispirazione cristiana, fondato nel 1945.

In un primo tempo rivendicò il diritto all’autodeterminazione della popolazione altoatesina e l’annessione dell’ Alto Adige alla ricostituita Repubblica austriaca, in seguito si batté per l’autonomia degli altoatesini in seno alla regione Trentino- Alto Adige. E sotto la guida di Silvius Magnago partecipò all’accordo del 1969 sull’ampliamento dei poteri amministrativi dell’Alto Adige.

Nel 1957 si formò il BAS, Befreiungsauschuss Sudtirol, il Fronte di liberazione del Sud Tirolo (leader Sepp Kiruschbauer), il cui obiettivo era raccogliere il maggior numero possibile di Sud Tirolesi per ottenere la riannessione all’ Austria.

Fra i suoi principali esponenti anche Anton Gastner e George Klotz , che avrebbero voluto andare al di là degli attentati puramente dimostrativi. Come puntualmente accadde.

Gli attentati contro gli italiani

  • Il primo attentato dimostrativo risale al 20 settembre 1956, quando un traliccio nella campagna di Sottoquerce venne abbattuto da una carica di dinamite.
  • Il secondo il 4 gennaio 1957, quando venne presa di mira la rete ferroviaria.
  • 11/12 giugno 1961. Esplose la vera guerriglia con la “notte dei fuochi” ( istituita inizialmente per ricordare l’alto atesino Andrea Hofer, che aveva guidato le milizie tirolesi contro i francesi nel corso della V coalizione).

Trentino, immagine della notte dei fuochiDurante la “ notte dei fuochi “, in tutta la provincia di Bolzano ci furono 37 esplosioni ( 20 in città), a danno delle linee ad alta tensione e delle centrali idroelettriche ( Da: Panorama, 3 settembre 1964).

Da parte italiana, ci fu la “mano pesante” nella repressione. Dopo la notte dei fuochi, due giovani tirolesi che si erano dati alla fuga, all’intimazione dell’ “alt” delle pattuglie, vennero uccisi. (P. Agostini e A. Zendron, “Quaranta anni tra Roma e Vienna” , ERI 1987)

Arrivarono anche i battaglioni mobili, venne creata la scuola per agenti di polizia e fu imposto l’obbligo di visto d’ingresso per gli austriaci che volevano andare in Alto Adige.( tratto da: “Alto Adige”, 8 maggio 1911; ndr: queste ultime due notizie le ho trovate solo su” Alto Adige “).

George Klotz, Luis Ampler e tanti come loro fuggirono in Austria .

Gli attentati continuarono, mentre la diplomazia cercava di procedere: la risoluzione N. 1661 dell’assemblea generale delle Nazioni Unite venne decisa il 28 novembre 1961, in seguito all’atteggiamento dell’Italia sull’attuazione dell’accordo De Gasperi-Gruber: l’Austria avrebbe dovuto monitorare la situazione in Trentino –Alto Adige, rinunciando a pretendere un referendum popolare circa l’assegnazione della regione. ( La Repubblica, Archivio, 6-12 -92)

  • Il 3 settembre 1964 si ebbe la prima vittima della guerriglia: Giovanni Postal, stradino di Salorno, che stava cercando di disinnescare un ordigno (La Repubblica, Archivio, 6-12-92).
  • La sera del 3 settembre 1964 due uomini armati attaccarono e uccisero, presso la caserma dei Carabinieri di Selva dei Molin (Brunico), il carabiniere Vittorio Tiralongo.
  • Pochi giorni dopo, vicino al Resun Anterselva (Tirolo dell’est) fu fatto esplodere un ordigno che investì una camionetta dei carabinieri, ferendone gravemente cinque, mentre i responsabili del gesto fuggivano verso il confine austriaco.
  • Il giorno successivo toccò ad un altro militare.
  • Il 25 giugno 1967, a Cima Valona, nel Tirolo dell’est, quattro carabinieri italiani morirono nell’attentato dinamitardo rivolto contro di loro.
attentati cima Vallona

Fra il 1965 ed il 1967 la guerriglia costò la vita a 21 persone fra militari e civili. (Panorama, 3 settembre 1964)

Le premesse per un nuovo negoziato

Ma anche la popolazione Sud Tirolese cominciava a cambiare qualche atteggiamento “disgustata dalle uccisioni, spaventata dalle dure reazioni delle forze dell’ordine, dalle perquisizioni a tappeto di villaggi e masi sperduti che, fatte nel tentativo di porre fine alle stragi, costituiscono spesso per quelle popolazioni di estrema periferia(….) un’esperienza negativa che non potranno dimenticare facilmente.” ( P.Agostini-A.Zendron “Quarant’anni fra Roma e Vienna” cit.)

Inoltre, il turismo subiva pesanti danni.

In questa situazione, molte forze liberali e cattoliche rifiutarono la violenza di quei terroristi che si richiamavano ad un pangermanesimo di matrice nazista, definendo il terrorismo contro le persone “una vendetta del popolo” (“Quarant’anni”…cit pag 98 ).

La situazione si complicava anche al di fuori dei confini nazionali: nel 1967 l’Italia aveva posto un veto alla richiesta austriaca di poter stabilire rapporti economici con le economie europee. E tale veto sarà allentato solo nel 1969, dopo la firma del cosiddetto “Pacchetto” fra Italia e Austria. (“Quarant’anni,” cit. pag 100)

La prossima volta vedremo proprio queste trattative.

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7 risposte to “La guerra in Alto Adige: anni 60”

  1. generoso

    ho partecipato da giovanissimo carabiniere a difendere il territorio dagli attacchi degli anti italiani ho fatto parte del gruppo di colleghi che sono morti. che tristezza.

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    • Denis

      Punti di vista. Io appoggio ancora oggi i sud tirolesi. Hanno il diritto di liberarsi di questa Italia, se vogliono. Autodeterminazione dei popoli. W la libertà

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  2. Anna

    Sono del parere che oltre alla provincia di Bolzano, tutto il Triveneto dovrebbe passare sotto l’Austria

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    • Maria Livia Paltrinieri

      Risposta tardiva alla signora Anna : come no, torniamo al secolo scorso, anzi all’ottocento!

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    • Maria Livia

      La ringrazio veramente per l’attenzione, purtroppo però mi sono dedicata ad altri argomenti e non sono in grado di fornire le informazioni richieste, mi spiace. Cordialmente, MLivia Paltrinieri

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