Etiopia 1937: 2000 cristiani uccisi

Crimini di guerra italiani – Etiopia 1937: 2000 cristiani uccisi

“Ripetete insistentemente una bugia e diverrà la verità”Joseph Goebbels

Crimini di guerra italiani in EtiopiaMi spiace dover richiamare una frase di Goebbels, ma è innegabile che, quando scoppia una guerra, un numero imprecisato di bugie sommerga le nazioni: “Bugie prefabbricate o bugie involontarie che dilagano attraverso i mass media e che spesso entrano nella Storia.” ( A. Petacco, “Storia bugiarda”, Laterza, 1989, pag 3)

Questa considerazione include anche l’Italia ed il nostro esercito, anche se il mito degli italiani “brava gente” persiste ed è arrivato al grande pubblico anche attraverso il cinema: ne è un classico esempio “Mediterraneo” di Salvatores, che rappresenta i nostri soldati in Grecia come uomini che fraternizzano con i locali e giocano a calcio con loro.

In realtà, dal 1945 al 1948, otto Stati chiesero al nostro paese la consegna di quasi 2000 militari, accusati di violenza. Su queste richieste tornerò, ma in questo primo articolo mi interessa segnalare la strage compiuta dalle forze italiane in Etiopia nel maggio 1937, anche perché TV 2000, il 21 maggio scorso, ha mandato in onda un docufilm, “Debre Libanos” in proposito.

Etiopia-paesaggio

Addis Abeba, febbraio – febbraio 1937

Il 19 febbraio 1937, ad Addis Abeba, nel cortile del palazzo del governo, due giovani eritrei lanciano due bombe contro la folla e contro il viceré italiano in Etiopia, Rodolfo Graziani, che viene ferito alle gambe, mentre sette persone sono uccise.

I due attentatori fuggono verso Nord, in direzione del monastero copto di Debre Libanos, polmone spirituale del Cristianesimo ortodosso, situato ad un centinaio di kilometri dalla capitale.
Secondo le indagini italiane, il monastero sarebbe stato il punto di riferimento della Resistenza etiope contro l’occupazione italiana e gli attentatori si sarebbero rifugiati fra le sue mura.

Basandosi su fragili indizi, il viceré Graziani ordina al generale Pietro Maletti di attaccare il monastero, mentre ad Addis Abeba è in corso una durissima repressione.

Debre Libanos, – 21 maggio 1937

etiopia1937Il 21 maggio 1937, le truppe comandate da Maletti circondano l’area del monastero: non pongono ostacoli ai pellegrini che vogliono entrare per la festa di San Michele, ma impediscono di uscire dall’area a chi vorrebbe farlo.

Poi lanciano l’attacco, uccidendo fra le 1800 e le 2200 persone ( i monaci erano circa mille), secondo le attuali valutazioni dello storico inglese Ian Campbell ( da “Sterminate quei monaci. Firmato: il viceré Graziani” su “La Stampa” del 18 maggio 2016).

Graziani, nel rapporto ufficiale stilato per Mussolini, parla di 449 morti e il generale Maletti scrive: “Confermo che tutti indistintamente i personaggi segnalati sono stati definitivamente sistemati.” ( da “La Stampa”, ibidem)

Va ricordato che, dopo l’attacco al monastero, l’eccidio era avvenuto in due luoghi isolati, Laga Welde e Debra Berhan, dove si apriva una gola profonda circa 500 metri, in cui furono gettati molti corpi.

Nessun italiano venne punito. Vedremo come mai questo fu possibile, resta il fatto che la più grande strage di cristiani avvenuta in Africa venne dimenticata. Credo sia arrivato il momento di ricordarla…

L’uso dei gas nella campagna d’Etiopi

italianiEtiopiaLa prima fase della campagna militare in Etiopia si era basata sulla corruzione di funzionari e ras locali, secondo la logica tipica delle guerre coloniali. La svolta si verificò nel dicembre 1935, quando sia il viceré Graziani che il generale Badoglio, succeduto a De Bono, ottennero da Mussolini l’autorizzazione alla massima libertà nell’uso dei gas asfissianti di ogni tipo.

Trent’anni dopo il ras Immirù fece questo racconto: “Era la mattina del 23 dicembre ed avevo da poco attraversato il Tacazzé, quando comparvero nel cielo alcuni aereoplani. (…) Quel mattino, però, non lanciarono bombe, ma strani fusti che si rompevano, appena toccavano il suolo o l’acqua del fiume, e proiettavano intorno un liquido incolore. Prima che mi potessi rendere conto di ciò che stava accadendo, alcune centinaia fra i miei uomini erano rimasti colpiti dal misterioso liquido e urlavano per il dolore, mentre i loro piedi, le loro mani, i loro volti si coprivano di vesciche. Altri, che si erano dissetati al fiume, si contorcevano a terra in un’agonia che durò ore. Fra i colpiti c’erano anche dei contadini, che avevano portato le loro mandrie al fiume, e gente dei villaggi vicini”. ( A. Del Boca, La guerra d’Abissinia, 1935 – 1941, Feltrinelli, 1965, pag.74 )

Faccetta NeraAlla lunga, le azioni terroristiche e la superiorità militare italiana si imposero sulla resistenza etiope, ma la conquista e la proclamazione dell’Impero, avvenuta il 9 maggio 1936, non posero fine alla repressione .

Il colonialismo italiano si stava rivelando ben diverso dall’immagine propagandistica proposta dalla canzone “ Faccetta nera “, che presentava la conquista come sinonimo di liberazione dalla schiavitù!

Dopo il 1945, l’Etiopia chiese senza successo all’Italia la consegna sia di Badoglio che di Graziani.

Nel prossimo articolo : Perché non c’è stata una “Norimberga italiana”

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2 risposte to “Etiopia 1937: 2000 cristiani uccisi”

  1. Dieghi Paolo

    Ero a conoscenza dell’impiego dei gas in Etiopia. Il regime fascista voleva fare il suo impero coloniale e tutti i mezzi erano utilizzati per recuperare tempo perduto rispetto agli altri stati.
    Nulla sapevo dell’eccidio dei Cristiani.

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