Le cinque cose reali della vita secondo Alessandro D’Avenia

l’inferno è pura sottrazione, è togliere tutta la vita e tutto l’amore da dentro le coseAlessandro D’Avenia, 'Ciò che inferno non è', pag.31

l giorno del compleanno si festeggia il fatto che non siamo immortali

Alessandro D’Avenia, 'Ciò che inferno non è', pag.278
Ciò che inferno non è - Alessandro D'Avenia

Fino a qualche giorno fa ero convinta che avrei presentato dettagliatamente il bel libro di Alessandro D’Avenia, Ciò che inferno non è, che narra gli ultimi mesi di vita di Don Puglisi, dal giugno 1993 al 15 settembre 1993, giorno del suo assassinio, attraverso le vicende di Federico, per certi aspetti lo stesso D’Avenia.

Federico, 17 anni, studente al prestigioso liceo “Vittorio Emanuele” di Palermo, è in attesa di partire per una vacanza-studio in Inghilterra, quando incontra il suo professore di religione, Don Pino Puglisi, che gli rivolge un invito: “Vieni a darmi una mano con i bambini di Brancaccio.” ( Brancaccio era ed è , notoriamente, il quartiere più difficile di Palermo).

Il ragazzo, cresciuto fino a quel momento come “pianta di serra” raccoglie l’invito: sarà l’inizio di una nuova vita per lui e la scoperta, per noi lettori, del coraggioso impegno di Don Pino.

Impegno per avere al Brancaccio una scuola media ­- a partire dalla quinta elementare, la scuola è sostituita dalla strada – un distretto sanitario, un’area di verde pubblico.

Dopo aver riletto il libro però, preferisco mettere in evidenza le riflessioni di D’Avenia propone ai lettori dopo che la manovalanza della mafia ha colpito mortalmente Don Puglisi per strada, il 15 settembre 1993

D’Avenia fa propri i “cinque rimpianti” raccolti dall’infermiera australiana Bronnie Ware nel suo libro “I cinque rimpianti più grandi di chi sta per morire“.

Cinque sono le cose che si rimpiangono mentre si sta per morire, le uniche reali di una vita:

  1. La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative altrui.
    Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda, dalle false attese nostre, per curare magari il risentimento di ferite mai affrontate. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
  2. Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni. Vorremmo chiedere scusa a tutti, ma non c’è più tempo.
  3. Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza “ti amo” a chi avevamo accanto, “sono fiero di te” ai figli, “scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
  4. Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi era sempre lì, proprio perché era sempre lì. Eppure il dolore a volte ce lo aveva ricordato che nulla resta per sempre, ma noi lo avevamo sottovalutato come se fossimo immortali, rimandando a oltranza, dando la precedenza a ciò che era urgente anziché a ciò che era importante (…)
  5. Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall’abitudine, dall’accidia, dall’egoismo (…). Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori. Quello che l’adolescente scorge nell’addensarsi del suo corpo: promesse. Quello che il giovane spera nell’affermarsi della sua vita: amori.

Don PuglisiSul volto sfigurato di Don Pino, ucciso il giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, i testimoni vedono impresso il suo ultimo sorriso, la testimonianza del fatto che il sacerdote ha vissuto senza mai dimenticare le cose reali dalla vita.

Ciò che inferno non è di Alessandro D’Avenia, Mondadori, 2014

Ciò che inferno non è, Alessandro D’Avenia: il Booktrailer.

Il prossimo argomento: chi era Giancarlo Siani ?

Se ti è sembrato interessante, condividilo!

2 risposte to “Le cinque cose reali della vita secondo Alessandro D’Avenia”

  1. Barbara Morandi

    Molto interessante…un grave fatto di cronaca diventa spunto per una riflessione esistenziale di cui oggi c’è molto bisogno…da divulgare.

    Rispondi

Lascia un commento

  • (non sarà pubblicata)

XHTML: Puoi usare questi tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>