UE: al centro c’è(ra) l’uomo

La verità non può essere così lunga H. M. Enzensberger 1
Ma quell’Europa ( dei padri fondatori, ndr) non c’è più, dopo aver realizzato sogni straordinari: pacificazione delle nazioni, libertà di movimento tra le frontiere, crescita del benessere comune, intense cooperazioni culturaliG. Enrico Rusconi
copertina - UE-Al centro c'era l'uomo

G. Enrico Rusconi continua il suo articolo rilevando che “la magnifica Carta dei diritti del cittadino europeo parla di “dignità” e “solidarietà”. Ma è rimasta carta.” Quei valori sono stati disattesi anzi rimasti estranei ai criteri che hanno guidato sin qui le decisioni prese con le politiche economico – finanziarie di sola austerità.”( Gian Enrico Rusconi, La retorica e gli opportunismi, La Stampa, 23 -10-2013 )

Luciana Castellina mette a fuoco a sua volta il problema dei valori, affermando che, se  l’Europa vuole ancora perseguire la propria specifica identità, fondata sulle politiche di welfare e sulla solidarietà, non può continuare nel cammino di questi ultimi anni, che contraddice la sua ispirazione originaria.

 

 

La Carta dei Diritti del cittadino europeo

Dignità- Libertà- Uguaglianza – Solidarietà – Cittadinanza – Giustizia

Questi sono i valori su cui si fonda la Carta dei diritti fondamentali dell’UE , proclamata ufficialmente nel 2000 a Nizza, e votata nel 2007 da Parlamento, Consiglio e Commissione. Nel dicembre 2009, con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, è stato conferito alla carta lo stesso effetto giuridico dei Trattati.
La Carta enuncia i diritti ed i principi che dovranno essere rispettati in sede d’applicazione del diritto comunitario; l’attuazione di tali principi è affidata alle normative nazionali.

La Schengen sanitaria – Questi principi sono usciti rafforzati dalla Direttiva comunitaria del 9 marzo 2011, recepita nell’ottobre 2013 anche dal Governo italiano, che fa compiere un salto di qualità alla sanità europea. La Direttiva infatti prevede che i  cittadini della Ue possano scegliere di curarsi  fuori confine, ottenendo il rimborso, se necessitano di una cura che non è disponibile nel proprio paese oppure quando i tempi di attesa sono troppo lunghi.  Non tutti i mass media italiani hanno dato adeguato risalto al Decreto con cui il Governo italiano, come gli altri paesi della Ue, ha accolto la Direttiva europea.

Ma , quasi contemporaneamente all’ introduzione delle nuove norme, si verificava ancora una strage di migranti diretti a Lampedusa e  Gramellini in un suo Buongiorno scriveva  : “L’Europa tratta Lampedusa come una provincia romana anziché l’avamposto di un continente .(…)Tutti sanno che l’unica soluzione consiste nel pattugliare le coste africane e mettere in salvo quei poveri cristi prima che le bagnarole affondino, invece di fingersi ogni volta sorpresi per il loro arrivo. Ma iniziative simili  richiedono un cuore e una testa , non solo un apparato lacrimatorio da sepolcri imbiancati. Richiedono una visione politica , che nell’ Europa dei paurosi sembra aver fatto naufragio “.(La Stampa, 4-10-2013)

Sul rapporto dei migranti con i paesi della UE, sono consigliabili due films :

Terraferma di Emanuele Crialese ( 2011) ambientato in un’isola tanto piccola che non figura nel mappamondo( Linosa)  e Welcome di Philippe Lioret ( 2009), ambientato a Calais.   In ” Terraferma ” il giovane Filippo cerca e trova il suo ” centro ” grazie anche all’aiuto che la sua famiglia offre ad una clandestina ed al suo bambino di pochi mesi ; ” Welcome ” racconta l’amicizia fra il giovane curdo Bilal, deciso ad attraversare la Manica a nuoto per raggiungere la connazionale di cui è innamorato, e l’istruttore  che lo allena e lo incoraggia , sfidando le leggi sull’immigrazione volute da Sarkozy.

Terraferma di Emanuele Crialese

Welcome di Philippe Lioret

 ALEX LANGER ( 1946-1995 ) ” UOMO DI FRONTIERA SENZA FRONTIERE ”

Costruire la pace non vuol dire starsene in paceA. Langer

Alex Langer Nato a Sterzing/Vipiteno  da padre austriaco e madre sudtirolese, nel 1981 e nel 1991 rifiutò di dichiarare la propria appartenenza etnica al censimento etnico; nel 1995, la sua candidatura a sindaco di Bolzano fu respinta a causa del suddetto rifiuto. Affermò più volte che non sentiva la mancanza né della bandiera italiana né di quella tedesca “(…)  In compenso, con il tedesco e con l’italiano , riesco a farmi capire dalla Danimarca alla Sicilia.” .  Nel 1989, eletto per la prima volta al Parlamento Europeo, divenne il primo Presidente del gruppo parlamentare dei ” Verdi ”  ; venne rieletto a nel 1994. Fra tutte le sue battaglie, visto che quest’anno ricorre l’anniversario dell’attentato di Sarajevo e della prima guerra mondiale, credo sia bene ricordare l’ impegno nei territori dell’ex Jugoslavia segnati dalla guerra; lui , che rifiutava la violenza, dopo la strage di Tutzla del 25 maggio 1995 ( 71 ragazzi uccisi per strada ) denunciò l’inettitudine dei caschi blu “ostaggi dileggiati” e  chiese l’intervento armato internazionale  per fermare l’aggressione, proteggere le vittime, punire i colpevoli. L’11 luglio 1995, pochi giorni  dopo il suicidio di Langer, i soldati serbo-bosniaci massacrarono a  Srebrenica 8000 uomini e ragazzi di religione musulmana, nonostante che in città fossero presenti i caschi blu olandesi ( nel 1993 i bosniaci erano stati protetti dal generale  Morillon, comandante francese dei caschi blu, che era stato richiamato in patria, perché troppo ‘ ingombrante’).

Dopo il  suicidio di Alex  , Michele Serra scrisse : ” Sarebbe già qualcosa se noi, per essergli vicini, imparassimo a dirla, questa criminale stupidità ( del mondo )  con minore distrazione, conformismo, mediocrità.   Sollevandolo finalmente dal peso che, da solo, il nostro compagno e amico Alex Langer faticava a portare.( L’Amaca, luglio 1995)

La Storia siamo noi . L’impegno concreto di Alex Langer

Europa : fra passato e presente

Sulla capacità di visione dei fondatori dell ‘ Europa, sui “sogni straordinari” realizzati, e sull’Unione Europea nel suo complesso, da vedere “L’ Europa unita. La difficile nascita di un sogno”, sempre in “Rai La storia siamo noi . 50 anni di Europa Unita“, magari insieme alla puntata di “Report“, in cui viene evidenziato quanto ci costa avere ancora 27 sistemi diversi nel campo della formazione al lavoro, nella politica energetica, nei porti, nella difesa.

Il filmato che ho suggerito è molto dettagliato, ma basta una breve riflessione per rendersi conto che diamo per scontate alcune conquiste fondamentali:  settant’anni di pace, la realtà di regimi democratici per 500 milioni di persone, la politica sanitaria che ho appena ricordato, la straordinaria esperienza dell’Erasmus, che dal 2014 coinvolgerà quattro milioni di giovani, ed anche  la sensazione di essere a casa mentre si passeggia in tante città europee. Forse, anche senza risalire a Germania anno zero di Rossellin, i sarebbe il caso di rivedere il cuore dell’Europa, Berlino, com’era durante la “guerra fredda” nel film Le vite degli altri e com’è diventata , in Lola corre, o nel recentissimo Oh boy un caffè a Berlino, di Jan Ole Gerster.

Riflessione – Una voce critica italiana

Quando l’antropologa Ida Magli scrive che “l’identità delle singole Nazioni era la ‘vita’, l’unica vita dell’ Europa” ( La dittatura europea, pag 110 ), dimentica che l’idea di Nazione, nel 1800, era non era solo una componente della cultura romantica, ma anche un aspetto ideologico dell’espansione della borghesia capitalistica, che aveva come obiettivo il mercato nazionale. La formazione della nazione italiana è stato il risultato dell’azione di una ristrettissima minoranza di uomini – come scrisse Piero Gobetti in “Risorgimento senza eroi” – e dei calcoli geopolitici della Francia di Napoleone III e dell’Inghilterra, che avevano investito ingenti capitali nel Regno del Piemonte . L’Inghilterra intendeva inoltre garantirsi una situazione tranquilla nel bacino del Mediterraneo in vista dell’apertura , nel 1867,  del canale di Suez.  E nel Mediterraneo la dinastia Borbonica non era più affidabile .

Democrazia nella UE : opinioni a confronto

Vale però la pena chiedersi se nell’UE c’è effettivamente un deficit di democrazia e a questo proposito mi sembra opportuno mettere a confronto le posizioni di un tedesco, il brillante scrittore Hans Magnum Enzensberger, europeista, che nel libro Il mostro buono di Bruxelles fa l’avvocato del diavolo a proposito della Ue, con quelle di un italiano, l’ex ambasciatore e saggista Sergio Romano.

Mi è sembrato giusto fare un’eccezione alla regola che ho seguito fin qui e scegliere una voce critica straniera, tedesca in particolare, anche in considerazione dell’egemonia che la Repubblica Federale Tedesca sta esercitando all’interno delle istituzioni comunitarie.

Enzensberger : L’ UE ha tradito Montesquieu ?

Prendendo in esame le istituzioni dell U.E., Enzensberger sostiene che nella UE la divisione dei poteri è abolita : il Parlamento è sì eletto, però non ha alcun diritto di iniziativa legislativa,( anche se qualcosa è cambiato dopo Lisbona, ndr ) ; tale diritto lo ha la Commissione, organo non eletto che inoltre, come Enzensberger ci ricorda, dibatte a porte chiuse.

…e anche Locke?

Lo scrittore aggiunge che il Parlamento europeo può prendere decisioni sul budget solo in accordo con il Consiglio Europeo, ma un solo rappresentante può bloccare le decisioni del Parlamento in materia di bilancio : questo viola il principio “niente tasse senza rappresentanza”, affermato sia dalla Rivoluzione Inglese che dalla Rivoluzione Americana.

Enzersberger pone l’accento sull’ipertrofia delle procedure, e sull’abisso che si è creato fra i cittadini da una parte e le istituzioni UE dall’altra – a questo proposito ricorda i referendum falliti – proprio quando le reti a scopo civile creano collegamenti più forti di tutti i trattati che si negoziano a Bruxelles.

La risposta di S. Romano

Sergio Romano , nel suo libro Morire di democrazia riconosce che il Parlamento di Strasburgo ha competenze limitate e non può prendere iniziative legislative, ma sottolinea che le sue funzioni, soprattutto dopo l’approvazione del Trattato di Lisbona, si sono progressivamente estese : una delle più controverse direttive di Bruxelles, quella del commissario Bolkestein   ( sulla libera circolazione dei servizi, ndr. ) è stata  approvata dopo una serie di emendamenti voluti dai gruppi parlamentari popolari e socialisti.

Romano aggiunge che tutti i Trattati europei sono stati ratificati dai Parlamenti nazionali e che le leggi della Ue sono sì scritte ed approvate a Bruxelles, ma diventano norme degli Stati soltanto dopo l’adozione di una legge nazionale ( pagg. 7 – 8 ).

Anche secondo Romano, però, ci sono due diritti che non sono riconosciuti : quello dell’ Assemblea parlamentare europea e quello dei cittadini della UE ad eleggere il loro presidente e ad esprimere un governo; in questo quadro, la Commissione di Bruxelles dovrebbe diventare una istituzione politicamente responsabile, tenuta a rendere conto ad un organo elettivo. (pagg. 88 e 98 )

Una riflessione per concludere…

Enzensberger ha un modo di esporre accattivante e in qualche punto il suo libro dà l’impressione di privilegiare la comunicazione brillante rispetto alla profondità ; Romano è un diplomatico di lungo corso, attento agli equilibri politici, ma mi sembra che nella parte finale le loro posizioni siano simili.

Pur consapevole dei compromessi, delle ragioni specifiche della politica e dei suoi riti, ripenso a quanto detto da Rusconi e Castellina  ed ai versi del poeta irlandese Sèamus Heaney : “E lo sai che è ora di andare, in mezzo al nevischio e alla neve sospinta, attraverso i campi del lutto verso una luce che c’è in lontananza”; mi piacerebbe, e penso che non sia una convinzione diffusa, che la UE provasse ad essere qualche volta quella “luce”. Come lo è stata in passato. Come tanti cittadini dell’Ucraina sembrano ancora credere.

UNA BELLA PAGINA DELLA STORIA D’EUROPA : IL TRATTATO DI HELSINKI

Il 3 luglio 1973 si apre a Helsinki la Conferenza sulla sicurezza e la Cooperazione in Europa, che proseguirà fino al 1° agosto 1975 ; ad essa partecipano  tutte le nazioni europee, eccetto Andorra e Albania, che approvano una serie di principi :

Il principio dell’intangibilità degli Stati, il rispetto dell’integrità territoriale, il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, inclusa la libertà di pensiero, di coscienza, di religione, il principio della mutua collaborazione. Va precisato che la libertà di coscienza viene promossa e incoraggiata, ma non è previsto alcun organo che ne verifichi la reale applicazione. Riguardo ai diritti umani, l’attenzione si concentra sulla loro osservanza sia  in Urss che nei paesi del Patto di Varsavia e questo contribuisce a mettere maggiormente in risalto ogni violazione in proposito. Le disposizioni di Helsinki divengono sempre di più il punto di riferimento e l’oggetto delle rivendicazioni  dei dissidenti all’interno del blocco sovietico :  i firmatari della Charta 77, la più importante iniziativa del dissenso in Cecoslovacchia, guardano all’Europa, quando chiedono il rispetto dei diritti civili.  La Charta 77 infatti critica il governo comunista della Cecoslovacchia, a causa della mancata attuazione degli impegni sottoscritti in materia di diritti umani, e in particolare relativamente alla Costituzione dello Stato, l’atto finale della Conferenza di Helsinki. I firmatari (Havel, Patocka, Mlynar, Hàjek, e Kohout) subiscono pesanti ritorsioni, ma continuano la loro azione fino al 1989, quando  hanno modo di negoziare la transizione fuori dal comunismo ed il graduale trasferimento del potere dal partito comunista alle istituzioni democratiche.

Vaclav Havel,  drammaturgo e poeta, oppositore del regime comunista cecoslovacco, dopo il 1968 fu bandito dal teatro ad opera del regime e cominciò un’attività politica che culminò nella Charta 77. Il suo impegno politico gli costò cinque anni di prigione, ma l’ostilità del regime non gli impedì di diventare il leader della rivoluzione di velluto del 1989 e il primo Presidente non comunista della Cecoslovacchia, carica da cui si dimise nel 1992, quando la Slovacchia proclamò la propria indipendenza   ( Havel si era battuto per evitare la scissione ) ; nel 1993 fu Presidente della Repubblica Ceca fino al 2003. Quando morì, sia la Repubblica Ceca che la Slovacchia proclamarono il lutto nazionale.

Riguardo le sue opere, uno dei siti più completi a cui fare riferimento è quello della Treccani ; qui vorrei solo ricordare il libro  ” Il potere dei senza potere “, in cui argomenta riguardo al fatto che, anche in un sistema totalitario, una vita non de- moralizzata può diventare principio di cambiamento ; come l’esperienza della Cecoslovacchia dimostrava: “Solo con una vita migliore si può costruire un sistema migliore”. 

La foresta dei giusti Vaclav Havel

 

Bibliografia

Libri

  • Karl Magus Enzensberger Il mostro buono di Bruxelles Einaudi 2013
  • Sergio Romano Morire di democrazia Longanesi, 2013
  • Vaclav Havel Il potere dei senza potere, Itaca 2011
  • Alexander Langer Il viaggiatore leggero, Sellerio 1996

Video

  • Rai – La storia siamo noi . 50 anni d’Europa
  • Rai – Report, 4 novembre 2013
  • Rai – La storia siamo noi. L’impegno concreto di Alex Langer

Film

  • Terraferma, di Emanuele  Crialese ,2011
  • Welcome di Philipe Lioret, 2009
  1. commentando le 200 pagine del Trattato di Lisbona, che apporta ampie modifiche al Trattato dell’Unione Europea.
Se ti è sembrato interessante, condividilo!

Una risposta to “UE: al centro c’è(ra) l’uomo”

  1. Barbara Morandi

    In prossimità delle elezioni europee, ma soprattutto per allargare le proprie conoscenze, ho invitato gli alunni delle classi quinte ad approfondire il tema UE attraverso questo percorso che risulta interessante e ricco di stimoli…alla portata di giovani desiderosi di arricchire e consolidare la propria formazione culturale.Piace molto l’accostamento lettura/film.
    Barbara

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