Il libro di Venè ” Mille lire al mese “ recupera la “vita che c’è in mezzo” a cui fa riferimento De Paolo : “La scolara Anna Barelli, marchigiana, iniziò la prima elementare nel 1938 ed era l’unica della classe a non avere ancora la tessera (dell’Opera Balilla,ndr). – Forse l’unica di tutta la scuola La maestra, per consegnarmela, voleva 5 lire, ma i miei genitori comunisti non volevano . “Mi sono dimenticata i soldi”, ripetevo alla maestra ogni giorno. Lei credette che fossimo troppo poveri . “La vuoi lo stesso?” mi domandò . Strillai di sì e me la regalò. Ricordo che mi voltai dalla cattedra verso le mie compagne con la tessera alta come una bandiera. Sulla copertina c’era il viso di Mussolini . Mia mamma, a casa, gli bucò gli occhi con il ferro da calza e me la restituì: – E adesso valla a far vedere in giro, mi disse -“.
Il passo riportato può dare un’idea del modo in cui l’autore ci racconta la vita quotidiana nel ventennio fascista. Va precisato che dietro lo sguardo sorridente ed ironico c’è una documentazione ampia , attenta e puntuale, trasmessa con immediatezza al lettore, anche quando si avvicinano i momenti più drammatici.
Sempre per recuperare la ” vita che c’è in mezzo ” di cui parla Di Paolo, l’ideale è il film ” Treno popolare “, del 1933. I protagonisti sono Lina, Giovanni e Carlo, tre ragazzi di vent’anni colti con freschezza e capacità narrativa nel loro viaggio da Roma ad Orvieto, prima in treno poi in bicicletta. Nella rappresentazione dell’ambiente e dei personaggi la critica degli anni ‘ 70 vide i segni anticipatori di una delle migliori stagioni del cinema italiano, il Neorealismo.
L’ ucronia, storia alternativa, si basa sulla premessa che gli avvenimenti abbiano seguito un corso diverso rispetto a quello reale. Il primo esempio di ucronia lo troviamo nell’ opera Ab urbe condita, in cui Tito Livio contempla la possibilità che Alessandro Magno si espanda in Occidente, anziché in Oriente.
L’ucronia si sviluppa attraverso i secoli – esiste anche un sito, Le nostre miglior ucronie, e ad essa si sono ispirati e si ispirano registi e scrittori, che hanno mostrato di prediligere gli anni della seconda guerra mondiale e della guerra fredda. Un esempio di romanzo di successo è quello di Richard Harris, Fatherland, ambientato nel 1964, in un mondo diviso fra Germania nazista e Stati Uniti.
If …gli eroi del primo aprile . Un esperimento di controfattualità
La trasmissione Rai La storia siamo noi ha messo in onda una puntata dedicata all’ucronia: Gli eroi del primo aprile
Cosa sarebbe successo se il primo aprile 1940 Balbo, De Bono, Grandi e Ciano avessero destituito Mussolini con un colpo di stato? Gli storici Mauro Canali, Simona Colarizi ed Emilio Gentile sono partiti da questa ipotesi per raccontare una storia in cui eventi realmente accaduti si intrecciano con episodi inventati.
L’Italia in libera uscita : il dopolavoro
“Quel che il partito fascista dichiarava di poter raggiungere attraverso lo stato corporativo – una società corporativa al di sopra delle classi – senza mai riuscirci nè volerci riuscire, fu ottenuto dal dopolavoro grazie all’organizzazione del tempo libero di miliono di italiani cui si chiedeva, semplicemente, di divertirsi con poco. Al contrario delle case del fascio, le sedi del dopolavoro, assai più numerose e meglio attrezzate, assomigliavano più a osterie con gioco di bocce che a caserme, più a sale biliardo che a questure.(…).” . Dopo aver tratteggiato un vivace ritratto del dopolavoro , Venè mostra che proprio qui avvenne il passaggio prima al non fascismo, poi all’antifascismo, da parte di tanti che cominciarono ad interrogarsi al suono di “boh” e “mah” e “qui finisce male”, quando nel 1938 l’eterno nemico tedesco diventò il primo alleato d’ Italia. E quando i maestri che insegnavano agli analfabeti si resero conto che non bastava più dire : ” Bè, questo lo saltiamo “, quando nel libro di testo, obbligatorio, comparve il capitolo ” Le razze “.
Godibilissimi i capitoli Bambini in fila per due, sull’organizzazione scolastica, I conti della spesa sulla giornata-tipo di una famiglia in città e L’Italia va al lavoro.
La lettura del libro, di Ruggero Zangrandi Il lungo viaggio attraverso il fascismo permette di accostarsi ad una testimonianza autobiografica, che si fonda su di un’ ampia documentazione . L’autore racconta l’entusiasmo per il fascismo durante gli anni di liceo, l’amicizia con Vittorio Mussolini, la collaborazione con “Il Popolo d’Italia” fino agli anni dell’università, quando lo spirito critico si trasformò in aperta ribellione politica. Nel 1939 Zangrandi, dopo aver compiuto una netta scelta d’opposizione, che si concretizzò nella fondazione del Partito Socialista Rivoluzionario , venne arrestato con l’accusa di antifascismo e deportato in Germania. Pubblicò il libro nel 1947, ma la casa editrice Einaudi ne ritirò la prima edizione , perché i comunisti ortodossi vedevano in esso un “j’accuse” che coinvolgeva lo stesso P.C.I., in quanto documentava il passato fascista di tanti militanti di sinistra.
Un’opera impegnativa, ma importante per trovare qualche risposta alla domanda : perché tanti italiani furono fascisti ?
Gli anni ‘ 30 fra Palazzo Vecchio e S. Croce : Il Quartiere
Il Quartiere, di Vasco Pratolini, ha mantenuto intatta la freschezza originaria : è stato definito uno di quei libri che si scrivono a un solo punto della vita : ” quando ci si è staccati dalla giovinezza, ma non se ne è perso tutto l’umore “.
Nel libro l’autore ci propone una testimonianza diretta della vita quotidiana a Firenze, intorno alla metà degli anni ’30, nel popolare quartiere di Santa Croce. I protagonisti sono un gruppo di ragazzi e ragazze colti nel periodo di passaggio dall’adolescenza alla giovinezza. Accanto all’amicizia ed all’ intrecciarsi delle storie d’amore, sono raccontati il sacrificio, la miseria, il buio delle case, a cui si contrappongono gli spazi solari esterni. In questo quadro si affaccia anche l’esperienza della guerra d’Etiopia del 1935. Proprio sulla guerra si precisano e a volte si contrappongono le posizioni dei ragazzi, che , nonostante le differenze, arrivano nel finale a consolidare il loro rapporto. Bella la riflessione sulla responsabilità degli amici che Giorgio, il saggio, fa quando uno di loro, Gino, è accusato di omicidio : ” E se Gino ha potuto fare quel che ha fatto vuol dire che noi gli abbiamo trasmesso soltanto quanto di più brutto avevamo dentro di noi (…) gli abbiamo allevato il brutto che aveva dentro senza riuscire ad illuminarlo sulla sua natura e renderlo simile a noi .”.
Di Pratolini, lo scrittore che ha reso meglio tanti aspetti della società italiana nel ventennio fascista, anche Cronache di poveri amanti, ambientato nelle stesse vie de ” Il quartiere ” durante gli anni compresi fra il 1925 ed il 1927 e Lo Scialo , in cui la periodizzazione si dilata ( dal 1910 al 1930 ) e la narrazione si concentra sulla piccola e media borghesia in formazione e sul suo compromesso con il fascismo . Mi sembra però che sia consigliabile vedere prima di tutto il film di Lizzani ” Cronache di poveri amanti “( 1954 ), che ha alle spalle un retroscena : il governo democristiano intervenne per non farlo premiare al Festival del cinema di Cannes : perchè ? ognuno, vedendolo , può tentare una risposta.
Da vedere, se si apprezzano il libri di Moravia, il film Il conformista ( 1970 ), che il regista Bertolucci ha tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore, riprendendone la critica alla borghesia schierata con il fascismo ; il film, restaurato in digitale nel 2011, è stato inserito dal regista americano Spike Lee nella sua lista degli “imprendibili “
Il Conformista, Bernardo Bertolucci. La sequenza dell’incontro
Bello il film di Ettore Scola “Una giornata particolare” del 1977 (restaurato nel 2000), che ha come protagonisti Sofia Loren e Marcello Mastroianni. Il film, ambientato a Roma nel maggio 1938, nel corso dell’ultima giornata di Hitler nella capitale, racconta il breve incontro fra la casalinga Antonietta – madre di sei figli – e Gabriele, annunciatore dell’ Eiar, condannato al confino per la sua omosessualità. Il loro incontro, che contraddice tutti gli stereotipi del regime, ha come contrappunto la trionfalistica radiocronaca della ” storica ” giornata.
Sulla politica estera dell’Italia fascista, soprattutto in relazione all’alleanza con il Terzo Reich, è consigliabile vedere, della serie Rai 3, La grande storia in prima serata la puntata dedicata ad ” Hitler e Mussolini” e della serie Rai Scuola: L’Italia entra in guerra : la politica estera fascista dal 1939
Esiste un libro ” Intellettuali sotto due bandiere ” in cui l’autore, Nino Tripodi – giornalista del Secolo XIX – documenta, talvolta con qualche forzatura, il passato di collaborazione con il fascismo da parte di molti uomini della cultura e dello spettacolo. Il giovane Pratolini non fa eccezione : scrisse su ” Il Bargello “, organo di stampa della federazione dei fasci di combattimento di Firenze , e su ” Il Primato “, fino al maggio 1943. Credo che la riflessione migliore in proposito sia quella del filosofo Paolo Rossi che scrive a proposito del consenso di cui il fascismo godette e del conformismo di tanti italiani:
Nel libro ” Preferirei di no “ lo storico Giorgio Boatti documenta che, dopo la promulgazione, l’8 ottobre 1931, della legge che imponeva ai professori universitari il giuramento di fedeltà al regime fascista, oltre 1200 docenti giurarono ; soltanto 12 si rifiutarono, perdendo così la cattedra e la libertà. I professori appartenenti alle comunità ebraiche erano 97 ; soltanto 3 respinsero il giuramento.
- Gian Franco Vené, Mille lire al mese . Vita quotidiana della famiglia nell’Italia fascista, A. Mondadori 1988
- Ruggero Zangrandi , Il lungo viaggio attraverso il fascismo, Feltrinelli 1962
- Vasco Pratolini , Il quartiere, A. Mondadori, 1961
- Giorgio Boatti , Preferirei di no, Einaudi 2001
- Renzo De Felice , Le interpretazioni del fascismo, Laterza 1969
- Film : Treno popolare di Raffaello Materazzo, 1933
- Film : Cronache di poveri amanti, di Carlo Lizzani 1954
- Film : Il Conformista, di Bernardo Bertolucci, 1970
- Film : Una giornata particolare, di Ettore Scola, 1977
I documentari storici , sempre ben fatti, riconciliano per breve tempo con la televisione; ne ricordo solo alcuni :
- La grande Storia RAI3 : Correva l’anno – Fascismo : libro e moschetto. La cultura del regime (sull’educazione fascista nelle scuole )
- La grande Storia RAI : Sport e tempo libero
- La grande Storia RAI : Cartoline dal ventennio
- La Storia siamo noi RAI : Regime autoritario di massa
- La Storia siamo noi RAI: La guerra e le donne